Ovvero storia di come una che tromba da almeno 14 anni
ha appena cominciato ad apprezzare i 90°.
Non mi è mai piaciuto farlo, ero più della serie
"datemi un pene in bocca ma faccia a muro a quattro piedi
anche no".
Mi sentivo in castigo.
Avevo come una sorta di rabbia dentro,
che me la faceva vivere come una punizione,
fino al momento in cui l'idea non ha cominciato ad eccitarmi.
Cercavo video online, doggy style,
sognavo donne che godevano in quel modo,
mentre gli uomini le scopavano sbattendo il bacino sul
loro sedere, estasiati, immaginavo venissero in quel modo
- un fiotto di sperma invisibile -
che mi faceva bagnare al pensiero.
Ma non mi sognavo neppure di farlo.
Poi sono diventata IO la protagonista di quelle fantasie,
mi immaginavo prona a godere come una matta.
Finché non ho sentito di volerlo fare col mio uomo.
E ora mi piace gattonare sul letto per invitarlo a
penetrarmi così, le palle umide dei miei umori,
mentre stimolano il clitoride.
Adoro vederlo con la coda dell'occhio,
perdere il controllo mentre sento i brividi lungo la schiena,
dentro il mio ventre.
Com'è avvenuto questo cambiamento?
Ho una teoria.
Sono cambiata talmente tanto in questi anni
che ciò ha finito con l'influire sui miei gusti sessuali,
sul mio modo di lasciarmi andare.
Ne sono sempre più convinta:
ciò che ci piace a letto è strettamente intrecciato
con la nostra interiorità.
Oh, poi ci vuole la persona giusta, eh,
mica le porcate riescono bene con tutti.
Oh.