mercoledì 31 luglio 2019

Fai risplendere il suo pomello






Il bicchiere di vino freddo dopo il lavoro,
che in inverno sorseggio mentre cucino,
con questo caldo lo trangugio come fosse acqua nel deserto.

Io e te,
per sopravvivere ai ritmi di questa città,
alla precarietà e alla follia,
ci rifugiamo nei nostri umori e nelle cavità:
abbracci, utero, baci con la lingua;
sperimentando nuovi modi per masturbarti,
ché a me piace più prenderlo in bocca o 
tra le mani che stare ferma a farmela leccare,
ché poi lo voglio subito, non ho pazienza.

Ho la pazienza, però, di riempirmi palmi e dita di sapone
e percorrerlo, scivoloso, sollecitando i centri del tuo piacere; 
impegno tutte e due le mani, 
ché viene meglio raggiungere perineo e glande, testicoli e membro esuberante.

Evviva il sapone.

domenica 2 settembre 2018

Far venire con la bocca, far venire con le mani



Sono cose diverse:
l'importante è non avere fretta.

Cominciare piano piano, anche se hai le mani asciutte
e massaggiarlo tutto, senza dimenticare le palle.

Il nostro sesso è composito, ma quello degli uomini
non è da meno: esplora scroto e perineo, se gli piace
inumidisci le dita e prova a penetrarlo da dietro.

Se ti trovi di fronte un bell'uccello, cosa fai istintivamente?

Io sono una che tende a prenderlo in bocca,
a inumidirlo tutto per bene
senza lesinare la saliva.

Ultimamente però esploro il suo 
piacere con le mani, senza cedere subito 
all'istinto delle labbra.

Le uso tutte, inumidendo dita e palmi
è molto stimolante per lui e io posso godermi
la vista di tutti gli stadi del suo piacere.

Sono passati tre anni, ma continuo a vederlo
in sedici noni.

domenica 29 ottobre 2017

Masturbazione colpevole



Sono una donna adulta, ho cominciato a masturbarmi 
a circa sei anni, ho frequentato un forum sul sesso,
ne ho fondato uno, ho aperto il mio primo blog
erotico quando ancora esistevano quelli
su msn e poi qui; ho sempre parlato liberamente
di sesso con mia madre, eppure anche adesso 
quando mi masturbo mi sento in colpa.

Non scrivo più come un tempo, ma mi piace venire
qui a riflettere sulla mia sessualità, di tanto in tanto.

Razionalmente so benissimo che non c'è nulla 
di cui sentirsi in colpa, siamo fatti di terminazioni
nervose volte al piacere sensuale e alla riproduzione,
però di fatto mi sento un po' sporca.

Questo mi ricorda che prendevo in giro
un mio ex che negava fino alla morte di toccarsi, 
però conosceva benissimo le categorie dei video porno.

Io ammetto di masturbarmi, 
ma anche io mi sento in colpa.
Retaggi religiosi?
Forse, ma non del tutto.
I miei sono credenti, ma hanno sempre evitato
i sacerdoti per certe brutte esperienze e ne ho avute
anche io da adolescente, quindi me ne sono allontanata
abbastanza presto.
Certe cose però sono ataviche perché vanno avanti da millenni,
anche se il tuo nucleo familiare se ne è discostato.

Ho cominciato a toccarmi che ero talmente piccola
che lo facevo davanti ai miei. Non mi dicevano niente,
ma certi sguardi di disapprovazione non mi hanno aiutata, ecco.

Di certo il comandamento sugli atti impuri ha avuto
il suo influsso. A volte vorrei aver frequentato
il catechismo dopo i 17 anni, non nella pubertà.

C'è chi riesce a condividere i momenti di intimità
 mentre si dà piacere, lo trovo indice di una 
grande libertà della mente, quanto al sesso;
io non riesco.

Ho sperimentato diversi gradi di apertura 
alla condivisione delle mie abitudini sessuali,
ma non questa.

Non mi giudico e non mi danno per questo,
però saperne le ragioni mi interessa.

E voi? Riuscite a condividere con gli altri
i vostri momenti di piacere?

giovedì 1 giugno 2017

La foia della distanza

 


Di solito si parla sempre delle storie a distanza
in termini negativi, lamentando l'assenza,
il vuoto e la malinconia che ne derivano.
E anch'io sono d'accordo.
Ma se dovessi provare a descriverne i lati positivi,
direi anzitutto dello spazio che ci è dato.
Lo spazio, la distanza, sono incredibilmente utili 
quando dobbiamo lavorare su noi stessi, 
smussare gli angoli dell'insicurezza e della paura; 
è molto difficile,
quindi si ha bisogno di spazio per non 
gettare addosso la fatica di questo lavoro
sulla persona che ci è accanto.

Direi poi della foia.

Sì, perché dopo una o due settimane senza sesso
hai così tante scimmiette sulla schiena
che ci potresti aprire un circo.

Allora la prima volta è una sveltina,
la foga cinge i corpi, si mescola 
agli umori, ai sospiri;
la foga però non esaurisce la foia
e dopo pochissimo si è di nuovo 
l'uno sull'altra
senza fretta,
l'orgasmo non è più una voragine
da cui si fatica a stare lontani,
è sempre vicino, solo che ci si gode meglio
il viaggio, ci si prende il tempo per cambiare
posizione, ci si dice adorabili porcherie
e si viene ancora più intensamente,
come se avessimo piccoli sensori
su ogni poro. Come se ne avessi a decine 
sui capezzoli.

Se non la puoi colmare,
puoi almeno provare a godertela, la distanza.



P.S. Quel disegno meraviglioso è di Petites Luxures.
Vivamente consigliato.

martedì 3 gennaio 2017

Voyeur dei miei orgasmi | Sua Avvenenza


Fonte: https://it.pinterest.com/source/artparasites.com

A Sua Avvenenza piace guardarmi
mentre godo.
Si distende accanto a me e mi tocca.
Appoggiato su un fianco, muove
i polpastrelli sul mio clitoride,
come fossero le corde di uno strumento.
E io ansimo, mugolo piano,
lascio andare gli occhi indietro,
poi mi volto a baciarlo,
perché lo so che non vuole perdersi la scena.

E non vuole perdersi le mie contrazioni,
affonda le dita e io le tengo lì,
perché possa sentire il mio orgasmo.

Poi gli viene duro,
e facciamo l'amore.